Roccella Ionica

Scopri insieme a noi Roccella Ionica, la perla della costa dei Gelsomini, un luogo dal fascino magnetico che comunica pace ed energia, costruita sulle rovine dell'antica città magno greca di Amfisya.

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Roccella Ionica, definita non a caso la “perla della costa dei Gelsomini”, è un luogo dal fascino magnetico che comunica pace ed energia. Con i suoi 6.762 abitanti, essa sorge in provincia di Reggio Calabria, probabilmente sulle rovine dell’antica città magno greca di Amfisya.

Una distanza di 110 km la separa da Reggio Calabria, mentre per raggiungerla dal capoluogo di regione occorre percorrere 80 km. Visitando Roccella Ionica si rimane subito colpiti dall’unicità di un territorio pianeggiante sulla costa e collinare e aspro nel suo entroterra, caratterizzato dalla presenza di un agglomerato urbano di origine medievale. Il mare è cristallino, come dimostrano la Bandiera Blu (ottenuta da 11 anni) e la Bandiera Verde per il decoro delle spiagge, conferite dalla FEE.

Le origini della cittadina risalgono all’epoca della Magna Grecia, quando con tutta probabilità, essa corrispondeva all’antica Amphisya di cui Ovidio parlò nei suoi poemi. Attraverso i secoli, il suo nome mutò prima in “Rupella”, poi in “Arocella”, fino all’attuale denominazione, sempre con riferimento alla sua ubicazione su una rocca.

Il primo documento che fa riferimento a Roccella Ionica risale al lontano 1270. Si tratta dell’atto di cessione del castello da parte di Carlo I d’Angiò a Gualtieri di Collepietro. Proprio il castello, che posto a 104 m.s.l.m, sovrasta il centro medievale e anche l’agglomerato urbano di recente costruzione, che scende verso la costa, è uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi di Roccella Ionica. Esso fu edificato probabilmente in epoca normanna e dopo Gualtieri De Collepietro, esso appartenne per varie generazioni ai conti Ruffo. In seguito la proprietà passò a Galeotto Baldaxi, al marchese di Crotone Antonio Centelles e infine dal 1479 al 1806, alla nobile casata Carafa della Spina, che operò modifiche e rimaneggiamenti. Della maestosa struttura, che nel 1553 resistette anche agli attacchi del temibile corsaro turco Dragut Pascià, oggi rimane il magnifico portale in pietra sovrastato dallo stemma dei principi Carafa de la Spina, attraversato il quale si accede al cortiletto in selciato dove si trova l’entrata ai locali destinati a vari usi (magazzini, cucine, ecc.). Sempre dal cortile, mediante un’apposita scala è possibile accedere ai piani superiori che ospitavano gli appartamenti privati dei principi.

Adiacente al castello è la Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari, edificio in stile jonico barocco impreziosito da pregevoli altari in marmo policromo dichiarati monumenti nazionali. La chiesa sorgeva accanto al palazzo dei principi affinché essi potessero accedervi direttamente, mediante un passaggio apposito che collegava i due edifici (oggi distrutto). Il campanile della chiesa era arricchito da un orologio che rintoccava le ore sulla campana, la cui impronta circolare è ancora visibile.

Roccella Ionica fu un importante feudo ed ebbe soprattutto la funzione di baluardo difensivo contro le invasioni saracene. Ne è testimonianza anche la raffigurazione del gonfalone araldico, che mostra il Santo Patrono, Vittorio Martire mentre combatte contro un moro. L’affascinante storia di questo luogo rivive nei frammenti sparsi per tutto il suo territorio. Numerose chiese e monumenti raccontano il passato con la sontuosità dei tratti che li caratterizzano. Tra di essi segnaliamo le due imponenti colonne monolitiche in porfido egiziano, alte quasi 7 metri e del peso di 12 tonnellate, rinvenute nel 1868 nell’area oggi denominata Castellace-Melissari, un tempo sede dell’antico “Porto di Maccapè”. Probabilmente, le colonne erano destinate alla costruzione di un tempio pagano mai edificato ed oggi si trovano nella zona del lungomare, nei pressi di Piazza S. Vittorio, dove furono sistemate nell’aprile del 1985.

Tra i segni del passato, troviamo anche numerosi edifici sacri, tra cui la vecchia chiesa matrice di Roccella, ovvero il santuario della Madonna delle Grazie, profondamente legata all’essenza più antica della comunità roccellese: le attività connesse al mare. Si narra infatti che essa venne costruita nel 1545 dal capitano palermitano Onofrio Buscemi il quale, temendo per la sua vita e per quella del suo equipaggio, in occasione di una violenta tempesta, fece voto alla Madonna di edificare un santuario in suo onore nel punto laddove sarebbe approdato, se la Vergine gli avesse salvato la vita. Così avvenne e per ricordare questo episodio, accanto a preziosi dipinti, statue in gesso e sculture lignee ispirati a motivi religiosi, nel santuario si trova anche un modellino d’imbarcazione in alabastro, che poggia su una piccola mensola ed è collocato al centro della parete absidale.

Particolarmente suggestiva è anche la cornice naturalistica e paesaggistica che circonda la chiesa, collocata in una valle, sulla sponda sinistra del torrente Zirgone e circondata da colline a tratti verdeggianti e a tratti rocciose. Ogni anno, la prima domenica di luglio, i roccellesi celebrano la Madonna delle Grazie, patrona dei pescatori. Ciò che caratterizza questi festeggiamenti è soprattutto la tradizionale processione in mare, durante la quale un piccolo gruppo di imbarcazioni segue quella più grande, dove viene riposta la statua della Madonna (è una tipologia di processione molto diffusa nelle località marinare calabresi). Durante il corteo, Ella benedice simbolicamente il mare come segno di protezione dei pescatori e dei bagnanti. Grande è la devozione dei roccellesi per la Vergine delle Grazie, la cui statua viene portata a spalla, per le vie del paese, dai marinai, a piedi nudi e in divisa.

A Roccella si trova anche una delle rare chiese dedicate a S. Nicola ex Aleph. Costruito nel 1526/27, l’edificio sacro fu dapprima intitolato a S. Vittore martire di Marsiglia, ma dopo il terremoto del 1783, si decise di consacrarlo a S. Nicola ex Aleph in quanto il sisma aveva arrecato gravissimi danni alla cappella di questo Santo, ubicata all’interno delle mura cittadine. All’interno della chiesa, oltre a statue e dipinti di valore, si trova anche un grande dipinto raffigurante San Vittorio sul suo cavallo in procinto di trafiggere un saraceno.

Numerosi gli eventi di carattere religioso che animano la cittadina, in vari periodi dell’anno e in occasione delle festività liturgiche. Tra queste segnaliamo la caratteristica rappresentazione sacra definita “A ‘ncrinata”, che descrive l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna mediato da San Giovanni, che si reca dalla Vergine per tre volte per comunicarle la notizia della resurrezione di Cristo. Molto suggestivo il momento dell’incontro tra le due statue, che da una distanza di 300 metri l’una dall’altra, iniziano una corsa durante la quale la Madonna sarà spogliata del suo abito nero e apparirà avvolta da un celestiale splendore.

Roccella Ionica possiede una vocazione turistica a carattere balneare e registra un aumento esponenziale dei suoi residenti tra maggio e settembre. Oltre al mare limpido e al clima mite, sono i suoi antichi monumenti di grande interesse e la sua cittadella medievale a richiamare l’attenzione dei numerosi visitatori.

di Angela Rubino | 29 luglio 2016

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