Serra San Bruno

Inizia un viaggio insieme a noi a Serra San Bruno tra l'antico misticismo e la natura di boschi millenari. La storia di questo borgo, è legata alla fondazione della Certosa di Santo Stefano e dell’eremo di Santa Maria, per volere di San Bruno.

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La suggestione del misticismo religioso e la magia di uno scenario naturale unico nel suo genere, fanno di Serra San Bruno una delle località più originali della Calabria.

La storia di questo territorio, che sorge in provincia di Vibo Valentia, è profondamente legata alla fondazione della Certosa di Santo Stefano e dell’eremo di Santa Maria, per volere di San Bruno. Le prime abitazioni, che in seguito diedero origine al paese, infatti, appartennero agli operai che contribuirono alla costruzione del complesso monastico. La fondazione della Certosa e dell’eremo risale al 1091 quando Bruno di Colonia, scegliendo di consacrarsi alla vita monastica, si ritirò in questi luoghi incantati donatigli da Ruggero d’Altavilla e situati nel cuore della Calabria centro-meridionale.

La scelta del luogo dove edificare l’abbazia non fu casuale. Nel 1090 Bruno si trovava a Mileto per la stesura dell’atto che certificava la donazione del terreno e arrivato nell’alta valle del fiume Ancinale, ne seguì il corso fino alla sorgente. Così facendo, giunse in un luogo ricco di valli, burroni e dirupi e qui, in una radura, trovò una fontana con accanto una piccola grotta. Bruno sentì che quello era il luogo ideale per edificare il suo monastero e diede inizio alla creazione dell’eremo di Santa Maria del bosco, proseguendo poi con quella della Certosa di Santo Stefano, a due chilometri di distanza.

Così come nell’abbazia certosina di Grenoble, la struttura del monastero calabrese poneva al centro la chiesa, costruita in muratura, mentre le celle dei padri eremiti (fabbricate in origine con legno e fango, ma solide abbastanza per resistere al peso della neve) erano disposte intorno ad essa.

La piccola basilica, probabilmente simile alla Cattolica di Stilo, fu consacrata solennemente il 15 agosto del 1094 alla presenza di Ruggero d’Altavilla, re di Calabria e di Sicilia. L’intero complesso, nei secoli, ha subito vari rimaneggiamenti e ricostruzioni, soprattutto in seguito ai vari terremoti che ne avevano distrutto alcune parti. Ad ogni modo, questo posto conserva inalterato il suo fascino, dovuto anche alle caratteristiche uniche del paesaggio che lo circonda.

Lo scenario naturale di Serra San Bruno possiede delle peculiarità uniche grazie al microclima, tipico di quest’area, che permette il fiorire di un ecosistema davvero straordinario, con boschi di faggio e abete bianco che (caso molto raro) crescono a soli 800 metri d’altezza (quota alla quale generalmente domina il castagno).

Trovarsi nel Bosco dell’Archiforo e in quello di Santa Maria significa perdersi nel magnetismo di una natura che domina e avvolge la mente, con magnifici esemplari di piante secolari dalle fattezze maestose. Un magnetismo che si mescola alla magia di un misticismo dal sapore millenario, facendo di questo viaggio un’esperienza unica.

Il territorio boschivo di Serra San Bruno fa parte del Parco Naturale Regionale delle Serre e annovera tra le aree di interesse naturalistico anche il “Sentiero Frassati” e località “Rosarella”, famosa per il suo laghetto.

Nel cuore dell’agglomerato urbano di Serra San Bruno è possibile ammirare numerose chiesette, custodi di antiche e preziose opere artistiche e testimoni del talento delle maestranze locali. Tra queste annoveriamo la Chiesa dell’Addolorata, realizzata nel 1721 in stile barocco e considerata da molti la chiesa più bella di Calabria per la straordinaria eleganza delle sue fattezze e il Santuario Regionale di Santa Maria nel Bosco, situato nell’area compresa tra la Certosa e l’eremo.

Per approfondire la conoscenza della storia locale, si possono visitare il Museo della Certosa, quello Parrocchiale "San Biagio" e quello dell'Arciconfraternita Maria SS. Assunta in Cielo.

Parte integrante della cultura di un popolo è la gastronomia, dunque un viaggio sensoriale tra i sapori tipici del luogo è d’obbligo, se ci si vuole addentrare appieno nella sua identità. Gli elementi tipici della cucina serrese sono fortemente legati allo scenario montano.I funghi sono l’ingrediente base della “pasta alla serrese” e vengono anche preparati in tante gustose varietà: fritti o sott’olio. Tra i piatti salati c’è poi la “pitta china cullu pipi di maju",una focaccia di forma rotonda, farcita con ricotta fresca, pezzetti di pancetta locale e fiori di sambuco. Gli “‘nzulli” sono invece un dolce tipico, caratterizzato dalla mescolanza di mandorle tostate nell’impasto.

Le delizie che regala il bosco sono alla base dell’ “amaro serrese”, preparato secondo un’antica ricetta con ricercatissime erbe aromatiche e del gustosissimo “fragolino” preparato con le fragoline di bosco.

di Angela Rubino | 18 febbraio 2016

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