Mammola

Visita insieme a noi Mammola, un luogo in cui l’autenticità delle cose semplici ha sempre fatto parte della vita di un popolo che sa trasmettere ancora l’importanza di certi valori.

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Uno dei simboli di una Calabria generosa, complessa e straordinaria in termini di storia, cultura e paesaggi è Mammola, un Comune della città metropolitana di Reggio Calabria, posto sul versante ionico, tra l'Aspromonte e le Serre calabresi. Un luogo che, nella poesia del suo presente porta i segni del suo passato millenario; un luogo che sa trasmettere sensazioni intense ed inebrianti con il fascino dei suoi scenari naturali, i sapori della sua gastronomia e le magiche atmosfere che sa regalare un borgo contadino, la cui sussistenza è sempre stata basata sull'allevamento di bestiame, sui prodotti correlati e sull'agricoltura. Un luogo in cui l’autenticità delle cose semplici ha sempre fatto parte della vita di un popolo che sa trasmettere ancora l’importanza di certi valori.

Per parlare delle origini di Mammola dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al IV-V secolo a.C., quando essa prese forma a partire dalle rovine di Malèa, colonia greco-locrese ricordata da Tucidide. Il piccolo villaggio si sviluppò gradualmente fino a divenire, tra il 950 e il 986, un villaggio stabile, abitato dalle popolazioni che avevano abbandonato il litorale ionico per sfuggire alle incursioni saracene. Nel corso degli anni la cultura fiorì nei monasteri, centri spirituali all’interno dei quali i monaci si dedicavano alla miniatura, al mosaico, all'innografia, allo studio degli antichi testi e delle scienze. Scriptorium era la denominazione del luogo destinato alla copiatura a mano, venivano trascritti codici, testi e trattati. Fu proprio in un documento del Monastero di San Fantino che, tra il XI e il XII secolo, apparve per la prima volta il toponimo Mammola. Durante il periodo feudale, il borgo appartenne a varie famiglie. L’ultima a dominarlo fu la casata dei De Gregorio, fino al 1806, annoi in cui il feudalesimo venne abolito.

Gli abitanti di Mammola, come quelli del resto della Calabria, si trovarono ad affrontare difficili condizioni economiche e sociali nel periodo che seguì l’Unità d’Italia. Il forte malcontento generò dapprima continue rivolte popolari e la nascita del brigantaggio per poi sfociare in un massiccio movimento migratorio durato sino alla fine del XX secolo, che ha dimezzato la popolazione. Oggi Mammola è un luogo dal fascino magnetico, in cui vari aspetti legati essenzialmente alla storia e alla natura, si fondono e regalano esperienze uniche.

Sull'altopiano della Limina, territorio del Parco nazionale dell'Aspromonte, sorge il santuario di San Nicodemo. Visitando questi luoghi, dove l’abate basiliano san Nicodemo visse nel X secolo insieme ad altri monaci, si può tornare a respirare un’atmosfera intrisa di misticismo senza tempo. La stessa che caratterizza anche il monastero di Santa Barbara, conosciuto anche come "Grancia di San Fantino de Proteriate", in quanto all’interno delle sue mura custodiva le risorse alimentari di vari villaggi limitrofi. Il complesso fu inizialmente basiliano e successivamente, tra il 1193 e il 1514, prima certosino e poi cistercense. Nel 1969, l'artista Nik Spatari, attratto dalla bellezza del luogo, ha realizzato nel monastero il "Parco museo Santa Barbara", un museo privato di arte contemporanea che unisce il fascino enigmatico delle sue opere alla sacralità della storia millenaria dell’abbazia.

Anche nel cuore del borgo di Mammola è possibile leggere le tracce di un passato lontano. Innanzi tutto, si può osservare come la struttura stessa dell’impianto urbano conservi il suo carattere medievale, con le abitazioni raccolte attorno a numerose piazzette. Inoltre, le denominazioni delle vie e dei rioni sono le stesse di quando ancora non era in uso la toponomastica e conservano la loro matrice ebrea, araba e greca. Alcuni esempi sono: Cundutteiu, Gellario, Gruttu, Hfamurra, Buveri, Fana, Mammuleju. Ad impreziosire il tessuto urbano contribuiscono anche antiche chiese e palazzi nobiliari. Tra i santuari segnaliamo la Chiesa Matrice, risalente al XII secolo e intitolata a San Nicola di Bari, che custodisce al suo interno le reliquie di San Nicodemo A. B., patrono della città. Tra gli edifici religiosi degni di nota ci sono anche la chiesa dell’Annunziata (XIV secolo), quelle della Madonna del Carmine e di San Filippo Neri (XVI secolo).

Per quanto riguarda invece i palazzi nobiliari, il borgo può vantare edifici risalenti al XIV secolo, come la Casa Tarantino. Nel complesso, essi riprendono stili architettonici che vanno dal classico al barocco, essendo datati dal XV secolo in poi e contribuiscono ad alimentare lo splendore del centro storico. I dintorni dell’abitato vero e proprio portano le testimonianze di un’epoca ancora più remota. A Monte Scifo si trovano i resti di una necropoli indigena, a Santa Barbara i resti di quella greco-romana e a Boccafurri esiste ancora traccia di un antico sepolcro di origine ellenica.

Visitando il greto del fiume Torbido (un tempo fiume Sagra), invece si può rivivere il furore della sanguinosa battaglia che si svolse nel VI secolo a.C. e vide i Crotoniati sconfitti dai Locresi alleati con i Reggini. Grande è la suggestione delle aree naturalistiche che circondano il borgo di Mammola. Il territorio comunale, infatti, ricade nell’area del Parco Nazionale dell’Aspromonte e in quella delle Serre Calabre. Queste zone sono rese ancora più affascinanti dalla presenza di antichissimi sentieri, alcuni dei quali adatti all'escursionismo a cavallo e in bicicletta. Tra di essi i più famosi sono:

  • Il Sentiero dei Greci, un percorso naturalistico e panoramico che, all’epoca della Magna Grecia, veniva utilizzato dai locresi per raggiungere il versante tirreno della regione e le colnie di Medma (Rosarno) e Ipponion (Vibo Valentia). A rendere speciale il sentiero contribuisce il fatto che esso è anche percorso, come ex-voto, da devoti di San Nicodemo, che a piedi raggiungono il Santuario sul Monte Kellerana;
  • La Cascata di Salino è un sentiero che si percorre risalendo l’omonimo torrente, camminando nell’acqua oppure sul bordo dell’alveo. La sua principale caratteristica è presenza di grandi massi granitici e ontani che ombreggiano le acque;
  • Il Rifugio Montano-Monte Seduto è un altro percorso storico, un’antica mulattiera per la precisione. La stradina era utilizzata per raggiungere Serra San Bruno e Pizzo, cittadina affacciata sul mar Tirreno, dove arrivavano le navi cariche di merluzzo secco, detto “Pesce Stocco”, che veniva trasportato a dorso di mulo a Mammola, sul versante ionico;
  • Infine, segnaliamo i percorsi naturalistici di Monte Sant’Elia e Monte Scifo e Borgo Chiusa, caratterizzati da straordinari scenari rurali e naturalistici e accomunati dal fatto che arrivati in cima ad ognuno dei due sentieri, si potrà godere di panorami davvero unici. Nel primo caso, dal Monte Sant’Elia, si può ammirare una veduta panoramica, in particolare della catena montuosa dell'Aspromonte e delle Serre. Mentre dalla cima di Monte Scifo si può contemplare tutta la costa ionica reggina.

Un lato interessante della cultura mammolese è il dialetto, che è considerato da numerosi esperti, degno di attenzione e studio. Tale idioma infatti, è carico di molteplici influenze linguistiche quali arabo, francese, spagnolo, latino e greco; frutto delle tante popolazioni che dominarono la cittadina nei millenni passati. Questo dialetto dell’area ionica calabrese è stato elevato a patrimonio culturale della storia linguistica nazionale e gli studi condotti su di esso hanno dato vita a tesi di laurea, libri e due dizionari.

Se il suono di questa lingua unica può incuriosire e divertire il visitatore di questi luoghi, i sapori e i profumi inebrianti della gastronomia mammolese contribuiranno a rendere la sua esperienza davvero inimitabile. Anche in questo campo, Mammola è riuscita ad avere una eco nazionale e vanta l’inclusione nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali di vari prodotti che appartengono alla cucina tipica montanara e contadina. Ecco una lista di prelibatezze di fama nazionale che si possono gustare in questo lembo della Calabria Ionica: lo Stocco di Mammola, prodotto a base di pesce; l’Olio extra vergine di oliva della locride; la Ricotta affumicata di Mammola, che si prepara con latte di capra e si distingue per il suo sapore di formaggio fresco leggermente salato, la sua consistenza morbida, vellutata al tatto e il suo aroma affumicato. Anche il Formaggio caprino della Limina appartiene all’insieme dei prodotti mammolesi inclusi nel registro nazionale e anch’esso si prepara con latte di capra. La gustosa sequela prosegue con le Melanzane ripiene, varie tipologie di salumi e la “Pizzata”, pane di mais casereccio, cotto nel forno a legna a cui si aggiunge anche quello di grano e/o segale.

di Angela Rubino | 06 marzo 2017

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