Montepaone

Visita insieme a noi Montepaone, ancora un altro luogo con alle spalle un suggestivo passato. Questa volta, ci immergeremo nella storia dell’antico Monte del Pavone, così chiamato probabilmente perché vi si allevava questo curioso volatile.

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Ancora un altro racconto, ancora un altro viaggio nella fascia ionica calabrese, ancora un altro luogo con alle spalle un suggestivo passato. Questa volta, ci immergeremo nella storia dell’antico Monte del Pavone, così chiamato probabilmente perché vi si allevava questo curioso volatile. Oggi il nome di questo luogo è mutato in Montepaone ed esso si trova arroccato su una collina dalla quale si gode una vista mozzafiato che spazia sulla costa ionica, nella zona compresa tra le località di Copanello e Soverato.

Gli studiosi ritengono che le origini di Montepaone siano legate ad un antico centro situato in un’area a metà tra l’attuale borgo e la zona marina denominata Montepaone Lido. Questo centro si chiamava Aurunco in quanto fondato dal popolo degli Aurunci, che dal Lazio, erano giunti in Calabria e si erano stabiliti nella zona pianeggiante compresa tra le attuali Montepaone Lido e Pietragrande.

In quella stessa area, durante la seconda guerra punica, Annibale affrontò, in una sanguinosa battaglia, l’esercito romano guidato dai consoli Marco Claudio Marcello e Tito Quinzio Crispino. A testimonianza di tale avvenimento, oggi, sopravvivono, nella zona di Montepaone Lido, i resti di una colonna romana. Inoltre, nel 1951 si registrò il ritrovamento di un teschio umano nel letto del fiume Grizzo, che dai romani veniva chiamato Milites, con riferimento ai numerosi soldati romani che persero la vita proprio nei pressi di quel fiume. Gli esperti, in quell’epoca, pensarono si potesse trattare dei resti del console Marcello.

Probabilmente a causa delle invasioni saracene, Aurunco venne abbandonato e i suoi abitanti si trasferirono sulle colline, dando vita al casale di Monte Pavone, il cui nome mutò in quello attuale a partire dal 1094.

Nel 1594, Montepaone fu invaso dai soldati saraceni guidati dal temibile Sinan Bascià Cicala, che depredarono e distrussero il borgo. Secondo una leggenda, però, i saraceni non riuscirono a rubare la campana della chiesa matrice perché la nave sulla quale venne caricata, affondò inesorabilmente a poche centinaia di metri dalla riva. Altri eventi nefasti, che Montepaone ricorda con dolore e sgomento, sono i terremoti del 1659 e del 1783.

Al sisma dell’8 marzo 1783 è legata un’altra leggenda. Pare che in occasione di quel terribile evento, si verificò anche un violento maremoto che si protrasse per una notte intera e fu seguito da una scossa così forte da essere avvertita su tutto il litorale. Secondo la leggenda, nonostante tutto questo, a Montepaone non si registrò nessun danno e nessuna vittima perché la popolazione aveva fatto voto alla Madonna. È per questo motivo che l’8 marzo si celebra una festa per rendere omaggio alla Vergine e ringraziarla della sua protezione.

Il 1799 fu l’anno della Repubblica Partenopea e Montepaone aderì a quello che venne considerato un vero e proprio progetto di libertà, sulla scia della rivoluzione francese. In occasione di tale avvenimento, nel territorio della cittadina vennero piantati degli olmi. Tra essi, quello più amato e l’unico che ancora resiste alla sfida del tempo che scorre, è quello piantato in piazza Immacolata, denominato “Albero della Libertà” e assurto ad uno dei simboli di Montepaone.

A partire dal 1975, iniziò la costruzione e lo sviluppo della frazione di Montepaone Lido, ad opera di alcune famiglie provenienti dai comuni vicini, che intravidero in quel territorio la possibilità di far fruttare delle attività economiche legate soprattutto alla sfera del turismo, anche grazie alla creazione di una stazione ferroviaria.

Oltre a piazza Immacolata, che è il punto di ritrovo principale della cittadina, occorre segnalare anche la chiesa parrocchiale dedicata a Maria SS. Immacolata. Ricostruita dopo il sisma del febbraio 1783, essa ospita al suo interno dei preziosi oggetti, tra cui arredi sacri ed ostensori d’argento risalenti al XVIII secolo. All’interno del santuario è custodita anche una preziosa tela seicentesca raffigurante la Madonna del Rosario e dipinta dall’artista Ippolito Borghese.

Il patrono della cittadina di Montepaone è San Felice Martire e questa scelta è legata ad un’altra leggenda. Pare che il Santo militasse nella legione Tebea, reclutata dai romani nell’alto Egitto e comandata da San Maurizio. Secondo la leggenda, mentre le truppe romane si spostavano verso il nord Italia, si trovarono impegnate in un duro combattimento con un esercito di cui non si conosce la provenienza. La battaglia si rivelò durissima e i romani, giunta ormai la sera, stavano per essere sconfitti. A quel punto San Felice pronunciò queste parole : «O mandi, o vieni, o il sol trattieni» e il sole, in procinto di tramontare, si fermò giusto il tempo per fa sì che giungessero i rinforzi. Fu così che i romani ebbero la meglio. In memoria di quell’episodio, si narra che, ancora oggi, quando il sole d’estate volge al tramonto illuminando il costone della “Maglia”, attende a lungo prima di scomparire dietro l’orizzonte.

Il Santo Patrono San Felice viene celebrato ogni anno il primo di agosto con una grande processione, che vede protagonista la statua lignea raffigurante la sua immagine. All’interno della Chiesa Parrocchiale, sono custodite anche le reliquie del Santo.

Gli abitanti di Montepaone sono da sempre dediti alle attività diffuse da millenni in gran parte del territorio calabrese. Tra queste la tessitura e principalmente quella del lino e della seta, accompagnata anche dall’arte del ricamo degli splendidi manufatti prodotti. Accanto a queste attività, si sviluppò anche quella della sapiente creazione di cestini in vimini e la realizzazione di un gustoso ed esclusivo torrone detto “Cupeta”, confezionato con sesamo, miele, farina e vino cotto. Accanto all’artigianato, tra le attività produttive di Montepaone annoveriamo l’agricoltura, l'allevamento, la pesca e anche il turismo, che oggi è divenuta la principale fonte di sostentamento economico di Montepaone.

di Angela Rubino | 27 aprile 2018

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