Riace, un borgo tra storia e modelli di accoglienza

Inizia insieme a noi un viaggio a Riace, un luogo dalle antiche origini, il cui nome è legato ai due famosissimi guerrieri ritrovati nelle acque del mare Ionio : i Bronzi di Riace.

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Un luogo dalle antiche origini, il cui nome è legato ai due famosissimi guerrieri ritrovati nelle acque di quel mare che fu, in un passato lontano e continua ad essere, anello di congiunzione ed elemento di contaminazione tra culture diverse. Parliamo di Riace e dei suoi Bronzi.

Riace è un comune della costa ionica calabrese e fa parte della città metropolitana di Reggio Calabria. Nel 1972 divenne celebre grazie al ritrovamento di due imponenti statue bronzee probabilmente di provenienza greca, magno greca o siceliota, risalenti al V secolo a.c. e considerate uno dei più grandi capolavori dell’arte classica. Oggi sono custoditi all'interno del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.

In tempi più recenti, Riace si è anche distinto come borgo dell’accoglienza, grazie a delle politiche sociali che hanno permesso, a partire dal 2004, l’accoglienza e l’inserimento nel mondo del lavoro di circa un migliaio di immigrati, che hanno contribuito allo sviluppo economico del borgo.

Le origini e la storia di Riace

Il nome di Riace deriverebbe da un diminutivo del volgare greco-bizantino “Ryaki”, che significa “piccolo ruscello” e la sua vita, ai primordi, era quella di un centro d’insediamento basiliano, via via incrementato dall'afflusso di gente in fuga dalle coste, che furono abbandonate per via delle invasioni dei pirati e delle condizioni d’insalubrità.

Ai tempi della sua prima comparsa in un documento del 1562, Riace si identificava come un borgo fortificato, dotato di mura di cinta e di tre porte di accesso: la Porta dell’acqua, la Porta di Sant'Anna e quella di Santa Caterina. Parte del sistema di difesa era anche la Torre di Casamona, situata a circa 8 km dall'abitato ed edificata come avamposto di guardia contro le invasioni del saraceni.

Nei secoli successivi, il casale di Riace entrò a far parte del regio demanio della città di Stilo e fu coinvolta nelle sue vicende politiche ed amministrative, fino al 1811, quando divenne Comune autonomo.

Le tracce del passato del borgo di Riace

Testimoni del passato che fu, il borgo di Riace vanta una serie di luoghi che meritano di essere visitati. Edificata nel 1773 per volere del barone Antonio Gagliardi e considerata monumento nazionale, la cappella dedicata a San Biagio si trova nella zona marina in prossimità della strada provinciale che porta al borgo. In località Torretta troviamo l’antica chiesa dello Spirito Santo, di origine basiliana, l’edificio faceva parte del sistema difensivo della zona nord del borgo.

La chiesa di Santa Maria Assunta o chiesa Matrice invece è posta nel centro del borgo. Ad essa è annesso una torre campanaria a base trapezoidale. La chiesa è a unica navata e custodisce la statua di Santa Maria Assunta.

Esempio di edificio nobiliare, Villa Salerno è contornata da un giardino con palme e piante di origine tropicale. Il palazzo è disposto su due piani e si accede attraverso una scala in pietra esterna.

Il radicamento delle antiche tradizioni

Appena fuori il borgo troviamo invece la chiesa di San Nicola e il santuario dei Santi medici Cosma e Damiano. Quest’ultimo diviene ogni anno meta di un pellegrinaggio molto sentito dai riacesi e anche da devoti provenienti dai paesi limitrofi, in occasione delle celebrazioni dedicate proprio ai due Santi nei giorni che vanno dal 25 al 27 settembre. Anche i festeggiamenti legati al culto del braccio di San Cosma assumono grande importanza e si svolgono ogni anno, la seconda domenica di maggio. È curioso il fatto che una celebrazione equivalente viene svolta alla fine di settembre dagli emigrati provenienti da Riace a Santena, in provincia di Torino.

di Angela Rubino | 20 marzo 2021

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