Taverna

Visita insieme a noi Taverna borgo di cultura e tradizioni, che si fondono, manifestandosi tra meravigliose opere artistiche e monumentali e usi e costumi propri delle civiltà montane dell’altopiano silano.

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Ancora un’altra storia intrisa di fascino e magia, ancora un altro viaggio nei meandri di un passato millenario che vede la Calabria al centro di leggende e miti. È la volta di Taverna, una cittadina arroccata ai piedi dell’altopiano della Sila Piccola, in provincia di Catanzaro che oltre a godere di scenari paesaggistici da favola, vanta numerosi monumenti ascrivibili ad un periodo che va dal 1400 in poi e il fatto di aver dato i natali ad uno dei più importanti esponenti della pittura napoletana, Mattia Preti.

Natura, cultura, leggenda e misticismo caratterizzano una cittadina la cui origine, secondo la mitologia, è legata a quella dell’antica polis greca Trischene, fondata dalle tre sorelle di Priamo sopravvissute alla guerra di Troia. La cittadina, originariamente sorgeva sulla costa, nel pressi dell’attuale Sellia Marina.

Secondo la Chronica Trium Tabernarum, un antico documento storico del XII secolo, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Trischene cadde sotto la dominazione bizantina e più tardi, nel 852, venne distrutta dai saraceni. A questo punto, nella Chronica appare la figura di Giordano, un condottiero che ebbe il compito di ricostruire le città costiere distrutte nell’entroterra, in modo da poterle fortificare e rendere più sicure. Così nacque Taberna, fondata dagli esuli dell’antica Trischene nell’area compresa tra gli attuali Comuni di Albi e Sellia.

Con l’avvento dei normanni, la città cadde sotto il dominio di Roberto il Guiscardo, che fece costruire, sulle pendici dell’altopiano silano, il castello denominato Torrazzo, i cui resti sono visibili ancora oggi e nel comprensorio di Sellia, un altro maniero con la funzione di guardia contro le eventuali invasioni dal mare.

In occasione della rivolta feudale dei nobili catanzaresi, Taberna ospitò la bellissima contessa Clemenza, che trovò rifugio nelle mura della città insieme a sua madre Segelgarda. Purtroppo fu in questa occasione nel 1162 che la città, dopo un’eroica resistenza, cedette e fu completamente rasa al suolo da Guglielmo I. Abbandonata la città distrutta, i superstiti di Taberna, si stabilirono attorno ai casali di Bompignano e fondarono l’attuale Taverna, situata ai piedi della Sila Piccola, tra i torrenti Alli e Litrello.

Oggi Taverna è un fulcro di cultura e tradizioni, che si fondono, manifestandosi tra meravigliose opere artistiche e monumentali e usi e costumi propri delle civiltà montane dell’altopiano silano.

Nell’antico borgo si possono ammirare chiese antichissime dal fascino unico. Tra queste citiamo: la chiesa di San Domenico, la cui costruzione risale al 1464 ed è legata alla fondazione del convento dei Padri Domenicani. Al suo interno, essa vanta numerosi affreschi realizzati da Mattia Preti, stilisticamente molto affini a quelli della chiesa di San Giovanni a La Valletta. Anche la costruzione della chiesa di Santa Barbara risale ad epoca quattrocentesca. Essa fu edificata nel 1427 dai frati francescani, ma purtroppo oggi la sua fisionomia è un po’ mutata a causa dei lavori eseguiti dopo i gravi danneggiamenti causati dal terremoto del 1783. All’interno dell’edificio si possono ammirare varie opere d’arte di grande valore, tra cui il Crocifisso Ligneo e la Pala della Madonna delle Grazie di Fabrizio Santafede.

Infine, merita un cenno la Chiesa di Santa Maria Maggiore, il più antico edificio di culto costruito a Taverna, risalente al periodo primordiale della cittadina, quello dell’insediamento della popolazione nei casali di Bompignano. Il soffitto ligneo della chiesa, a metà settecento, venne impreziosito da cinque tele incastonate, realizzate dall’artista Cristoforo Santanna. Purtoppo la chiesa venne danneggiata dal terremoto del 1783 prima e dall’alluvione del 1954 dopo ed oggi, dopo i lavori di rimaneggiamento, non sono più visibili gli stilemi dell'architettura originaria.

Degno di nota è Museo Civico di Taverna, con le sue sedici sale espositive ospitate all’interno di Palazzo San Domenico e suddivise in un percorso che comprende una ricca collezione di tessuti, dipinti, disegni, stampe e sculture ascrivibili ad un periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo e la sezione archeologica-documentaria con manufatti databili da IV secolo al XIX secolo. Le restanti sei sale del museo sono dedicate all’organizzazione di mostre e all’esposizione ciclica delle centinaia di opere che fanno del museo di Taverna il custode di una delle più importanti collezioni d’arte contemporanea esistenti in Calabria.

Arte e cultura, sono quindi un binomio imprescindibile nel viaggio alla scoperta di Taverna e lo divengono ancora di più, se si pensa che è proprio in questa cittadina che nel il 24 febbraio del 1613 nacque Mattia Preti, detto anche Cavaliere Calabrese perché insignito di questo titolo da Papa Urbano VIII.

Influenzato fortemente dallo stile di Caravaggio, che conobbe durante il periodo romano, il Cavaliere Calabrese seppe imprimere il suo tocco personale al panorama artistico dell’epoca, contribuendo a dare notevole impulso allo sviluppo della Scuola Pittorica Napoletana, di cui divenne uno dei maggiori esponenti. Nel 1661 Preti si trasferisce a Malta, dove fu molto attivo artisticamente, con la realizzazione di circa 400 opere. Dal 1672 riuscì ad omaggiare la sua città natale con la creazione di numerose opere nelle sue chiese.

di Angela Rubino | 19 luglio 2016

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