Montauro

Scopri insieme a noi Montauro, piccolo centro situato sul versante ionico delle Serre, è un altro luogo intriso di storia e spiritualità dove sono, ancora oggi, evidenti i segni del retaggio bizantino, non solo nell’architettura storica, ma anche nelle tradizioni.

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Montauro, piccolo centro situato sul versante ionico delle Serre, è un altro luogo intriso di storia e spiritualità dove sono, ancora oggi, evidenti i segni del retaggio bizantino, non solo nell’architettura storica, ma anche nelle tradizioni.

Secondo alcune fonti, la fondazione di Montauro risalirebbe all’VIII – IX secolo d.C., all’incirca il periodo in cui i monaci basiliani, in fuga dall’oriente per le persecuzioni iconoclaste, si rifugiarono sulle coste calabre, fondando non solo monasteri, ma anche comunità civili e religiose. Ciò che collega la storia di Montauro all’oriente è anche il Santo venerato dalla Lcomunità: San Pantaleone, martire di Nicomedia (odierna Izmit, in Turchia). Su tali basi si può ipotizzare che, all’arrivo di San Bruno in Calabria, nel 1090 -91, Montauro avesse già una struttura civile e religiosa abbastanza organizzata.

Nel 1098, su decisione di Ruggero d’Altavilla, il casale di Montauro passò sotto la giurisdizione civile della Certosa di Serra San Bruno e ci rimase, con alterne vicende, fino a quando il monastero non venne soppresso da Gioacchino Murat, nel 1808, riportando Montauro sotto la giurisdizione della Diocesi di Squillace. Fu sotto il dominio dei Normanni e con il contributo dei monaci certosini che Montauro raggiunse un discreto sviluppo economico e culturale.

A partire dal XVI secolo, le incursioni turche imposero alla popolazione di rifugiarsi sulle colline da dove era più semplice organizzare la difesa. Furono costruite numerose torri di avvistamento lungo il litorale ionico e delle fortificazioni come il castello di Montauro, in parte rimaneggiato e trasformato in luogo di culto dedicato a San Pantaleone. La terribile minaccia delle scorrerie saracene proseguì anche nel corso del 1600 e Montauro e i paesi vicini furono più volte saccheggiati e incendiati.

Tra il XVII e il XVIII secolo venne costruita gran parte dei palazzi nobiliari che ancora oggi abbelliscono il borgo con i loro sontuosi portali. Con l’avvento dei Borbone si registrò una graduale ripresa e il fiorire delle arti e dei mestieri, tra i quali assunse particolare importanza la lavorazione della seta. La popolazione di Montauro diminuì notevolmente con l’avvento del primo conflitto mondiale e la crisi economica del 1929, che spinse molti giovani ad emigrare oltreoceano.

Oggi Montauro è un borgo ricco di storia e tradizioni che si riallacciano a quelle degli altri centri della Calabria ionica. La sua posizione geografica arroccata sulle colline permette di fruire della vista di meravigliosi panorami, come quello che si gode dal Belvedere Regina Elena.

A testimoniare il suo ricco passato, ci sono i numerosi palazzi nobiliari, che impreziosiscono il centro storico con i loro eleganti portali, vogliamo citare tra questi Palazzo Barbieri che con il suo balcone di ferro battuto e il portale in granito impreziosisce la piazza antistante la Chiesa dedicata a San Pantaleone. Quest’ultima fu ricavata da un precedente maniero e presenta delle caratteristiche di avvistamento e di difesa, in quanto ingloba resti di fortificazioni medievali. Al suo interno sono custodite le reliquie del Santo.

Appena fuori il borgo si trovano invece i resti della Grangia di Sant’Anna gravemente danneggiata dai terremoti del 1783. La sua costuzione risale al 1114 quando secondo un piano di riorganizzazione agricola appoggiato dal conte Ruggero di Altavilla si scelse di costruire quella che originariamente era la grangia dedicata a San Giacomo, gestita dai monaci della Certosa di Serra San Bruno.

La Grangia assumeva la connotazione di una vera e propria fattoria, munita di dormitorio, refettorio e cappella per le celebrazioni religiose. Come tale era anche attrezzata di tutti gli strumenti utili alla lavorazione dei campi e dei prodotti della terra come i mulini e i frantoi e possedeva anche dei magazzini per la conservazione delle provviste.

di Angela Rubino | 11 aprile 2018

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